Istituto Superiore di Sanità. Linee guida per il controllo di Culicidi potenziali vettori di arbovirus in Italia. Rapporti ISTISAN 09/11.
CULEX PIPIENS – Zanzara comune
Culex pipiens è un insetto appartenente all’ordine Diptera, famiglia Culicidae, genere Culex, sottogenere Culex, specie pipiens.
I membri più comuni del complesso sono Culex pipiens, e Culex quinquefasciatus.
La Culex pipiens, la zanzara comune ampiamente diffusa nei Paesi a clima temperato, comprende le due forme biologiche pipiens sensu stricto (che per praticità indicheremo come Cx. pipiens) e molestus (che indicheremo come Cx. molestus).
La prima è la forma rurale non autogenica, eurigama ed eterodinamica, la seconda è quella urbana, prevalentemente antropofila, autogenica, stenogama e omodinamica, associata a luoghi chiusi e sotterranei allagati spesso frequenti in ambiente urbano.
Ambedue le forme possono effettuare il pasto di sangue sia all’aperto che al chiuso (rispettivamente eso- ed endofagia) ma, solo la forma urbana è strettamente endofila, ovvero riposa e digerisce il pasto di sangue al chiuso.
Culex quinquefasciatus è la zanzara comune estesamente diffusa nelle regioni tropicali e subtropicali e negli Stati Uniti, non autogenica, stenogama e che non effettua diapausa invernale. Le uova vengono deposte in raggruppamenti galleggianti a forma di zattera sul pelo dell’acqua. Le larve presentano l’organo respiratorio (sifone) con più ciuffi di setole in posizione ventrale; questo carattere permette di riconoscere facilmente le specie appartenenti al genere Culex rispetto a tutti gli altri culicini. La forma antropofila sembra essere in grado di sfruttare quasi ogni tipo di raccolta di acqua dolce, in particolare quelle ad elevato contenuto di materiale organico.
I focolai più comuni sono rappresentati da tombini stradali che raccolgono le acque di superficie, cisterne, depuratori, canalizzazioni a cielo aperto e sotterranei allagati, ma anche piccole raccolte d’acqua temporanee possono ospitare le larve.
Durante i mesi estivi il ciclo biologico di Culex pipiens si completa in meno di due settimane.
La femmina adulta rappresenta la forma svernante in questa come nelle altre specie del genere Culex; le femmine che vengono fecondate nel tardo autunno vanno incontro ad un periodo più o meno lungo di diapausa e le uova vengono deposte solo in primavera, quando le condizioni climatiche sono favorevoli. Sebbene ad oggi, Cx. molestus sia l’unica specie del genere a rivestire interesse sanitario come potenziale vettore di arbovirus e filarie, anche altre specie come Culex modestus e Culex theileri possono essere fonte di grave fastidio per l’uomo.
Cx. pipiens è stata ripetutamente implicata nella trasmissione di West Nile Virus nell’Europa continentale e in Nord America, poiché, pungendo abitualmente uccelli, cavalli e uomo, può costituire un vettore ponte dell’infezione da uccello a uomo.
L’epidemia da virus West Nile verificatasi in siti diversi dell’Emilia Romagna e del Veneto, tra settembre e novembre 2008, che ha fatto registrare molti casi tra cavalli e per la prima volta anche due casi umani, ha riacceso l’attenzione delle autorità competenti su questa zoonosi a dieci anni dalla sua prima comparsa nel nostro paese (in Toscana, 1998).
Inoltre le numerose sieropositività riscontrate tra i cavalli e gli operatori del settore nei siti interessati dall’epidemia lasciano pensare ad una diffusione del West Nile Virus molto più ampia di quanto ipotizzato.
Un’altra allarmante novità circa la circolazione di questo patogeno è che sebbene non sia stata registrata una mortalità anomala tra gli uccelli, un’indagine mirata nella provincia di Ferrara ha permesso di individuare per la prima volta il virus in questi animali e precisamente in 6 corvi e 7 gazze.
È da segnalare la presenza di Culex torrentium, Martini, 1925, nell’Europa centro meridionale e orientale; si tratta di una specie morfologicamente molto simile.
Distribuzione geografica e presenza in Italia
Culex pipiens è stata definita una sottospecie “polizonale”, ecologicamente molto plastica, adattatasi alle condizioni ambientali e climatiche più diverse, essendo presente in foresta, steppa, aree semidesertiche e desertiche.
Cx. pipiens è diffusa in tutta Europa, nella fascia extratropicale di Asia e Africa, Nord America, Sud America e Australia. In Africa, la presenza di questa specie è stata riportata soprattutto a nord e a sud; è ampiamente diffusa in Egitto, Algeria, Tunisia, Sudan e nella Repubblica Sudafricana, dove la sua presenza si sovrappone a quella di Cx. quinquefasciatus.
In Nord America le popolazioni di Cx. pipiens si considerano distribuite a nord del 39°N parallelo, mentre quelle di Cx. quinquefasciatus sembrano non superare il 36°N, anche se esistono ampie aree di sovrapposizione delle due specie.
In Europa e in Italia la specie è ubiquitaria, presente in pianura e collina, fino a circa 1000 m sul livello del mare.
Per quanto riguarda le possibili vie di colonizzazione delle zone a clima temperato del Nord America, questa zanzara potrebbe essere stata introdotta mediante trasporto passivo con le navi provenienti dall’Europa, mentre per Cx. quinquefasciatus si pensa ad un’introduzione dall’Africa.
In Italia la presenza di Cx. torrentium risulta piuttosto rara e da ridefinire, a causa della somiglianza con Cx. pipiens.
Focolai larvali più comuni
I focolai larvali sono costituiti da raccolte d’acqua dolce sia permanenti che temporanee, con forte carico organico, come acquitrini, formatisi in seguito ad attività industriali o canali di irrigazione o per il drenaggio. In tutte le zone climatiche in cui è presente, Cx. pipiens risulta in stretta associazione con l’uomo, le abitazioni e in generale con gli ambienti antropizzati, dove la forma molestus occupa ambienti ipogei, chiusi dove riesce a riprodursi per tutto l’anno.
In questo caso le forme biologiche autogenica e non autogenica possono essere considerate casi di sinantropia obbligata e facoltativa rispettivamente.
Inoltre, lo sviluppo della sinantropia in Cx. pipiens, dovuto ad un’elevata plasticità ecologica e fisiologica ha consentito all’adulto dell’insetto di adattarsi a un’ampia varietà di ospiti (uccelli, bestiame, animali domestici, uomo) e di rifugi (locali, case, cantine, stalle, ecc.) ove il microclima favorevole risulta più costante di quanto accada in natura.
In aree a clima temperato, caratteri come autogenia, stenogamia e omodinamia, tipici di Cx. molestus, possono essere considerati come elementi di preadattamento alla vita in ambiente urbano; infatti questa zanzara può colonizzare con successo biotopi sotterranei, con temperatura costante, senza predatori e competitori, ove sia presente l’ospite sul quale nutrirsi.
Tale situazione farebbe supporre che la specie abbia modificato la proprio nicchia ecologica, con l’adattamento della forma più primitiva, rurale, ad ambienti nuovi, più vari dal punto di vista trofico.
Questo processo evolutivo sembra aver richiesto una differenziazione genetica molto limitata e ciò fa supporre che l’adattamento ad una nuova nicchia ecologica può aver luogo senza rilevanti cambiamenti a livello dei geni strutturali.
La distribuzione di Cx. molestus è stata approfonditamente studiata nell’ex Unione Sovietica, dove sono stati riportati siti larvali sotterranei in più di 300 città e villaggi, praticamente in tutte le zone climatiche del paese.
Una dettagliata analisi della distribuzione della forma molestus indica che il suo limite settentrionale, piuttosto che dai fattori climatici, è fortemente condizionato dal tipo di costruzione degli edifici dei quali spesso occupa gli ambienti sotterranei.
In Italia i focolai più comuni in ambiente rurale sono rappresentati dai fossi lungo le strade per far defluire le acque meteoriche, da canalette per lo smaltimento di acque, sia chiare che scure, provenienti sia da abitazioni civili che da attività agricole/industriali (come caseifici, zuccherifici, macelli), e dai canali irrigui carenti di manutenzione, dove l’acqua fluisce lentamente.
Nei centri abitati risultano importanti pozzetti e impianti fognari facilmente accessibili all’insetto, vasche di depuratori, cantine allagate e ogni altra raccolta d’acqua contenente materiale organico, come quelle create dalla pioggia all’interno di edifici in costruzione.
Infine ci sono quei focolai che la specie condivide con la zanzara tigre, come le caditoie dei tombini stradali, recipienti vari presenti in orti e giardini, dai quali tuttavia viene spesso rapidamente scalzata da questa seconda specie nel’arco di poche generazioni.
Modalità di diffusione e attività di sorveglianza e controllo
È noto che le zanzare in generale vengono trasportate passivamente a bordo di aerei, navi, barche, treni e veicoli su strada: in particolare i Culicini sono al primo posto tra le zanzare trasportate e diffuse accidentalmente.
I dati sulle modalità di diffusione delle zanzare sono molto limitati, soprattutto per quanto riguarda Cx. quinquefasciatus, che per esempio ha raggiunto le isole Hawaii e gli USA dall’Asia come larva all’interno di copertoni di ruote per bulldozer e Cx. molestus introdotto quasi contemporaneamente a Melbourne in Australia.
La diffusione e l’abbondanza delle zanzare del complesso Cx. pipiens sl sono strettamente associate alle attività economiche e alla trasformazione di territori naturali in aree urbane o destinate all’agricoltura.
Le attività di bonifica in generale comportano il cambiamento del regime idrogeologico locale; l’allagamento di territori aridi, la costruzione di canali e bacini, l’irrigazione di colture, le attività industriali e soprattutto lo sviluppo urbano, hanno inciso sulla fauna culicidica alterando la preesistente abbondanza relativa delle specie.
Cx. pipiens si è anche rapidamente adattata a nuovi habitat larvali come quelli costituiti da acqua raccolta in contenitori artificiali, tanto che ormai la letteratura specializzata riporta che queste zanzare possono compiere il ciclo di sviluppo preimmaginale in qualunque ricettacolo d’acqua, soprattutto in quelli messi a disposizione dall’uomo.
Un programma di sorveglianza e di controllo di una popolazione di Cx. pipiens sl, come di ogni altra zanzara, può essere orientato ad un intervento ambientale, teso a modificare le condizioni che favoriscono lo sviluppo degli stadi larvali della zanzara o ad un intervento diretto contro uno o più stadi biologici mediante l’impiego di insetticidi chimici o biologici.
L’uso delle due strategie, seguendo uno schema di lotta integrata, è consigliabile.
Autori:
Roberto Romi, Luciano Toma, Francesco Severini, Marco Di Luca, Daniela Boccolini, Maria Grazia Ciufolini, Loredana Nicoletti, Giancarlo Majori.
Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate